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La plastica: da rifiuto a nuova risorsa

Le materie plastiche offrono caratteristiche eccezionali come leggerezza, rigidità e alta resistenza, apportano vantaggi economici che li hanno resi indispensabili in tutto il mondo. Le materie plastiche, con la loro assoluta versatilità, svolgono un ruolo importante in un’economia efficiente nell’uso delle risorse. Grazie alle peculiari proprietà delle materie plastiche, è possibile riciclarle e quindi dare ai materiali una seconda vita e utilizzarli più volte. Con la plastica possiamo evitare sprechi.

Si parla di economia circolare come sistema senza sprechi e in cui i rifiuti diventano risorse. Grazie alle  tre R (Ridurre, Riutilizzare, Riciclare), viene posta fine allo “spreco di spazzatura”! Il riciclaggio include la riduzione e il riutilizzo. E con la plastica non c’è spreco: può essere trasformata innumerevoli volte senza sacrificare l’estetica dei prodotti!

Silvia Merighi, fondatrice di MSP Group, broker nel settore del riciclo della plastica

l’economia circolare

L’economia circolare mira a riciclare e riutilizzare i prodotti di plastica ed evitare la discarica di plastica recuperabile al fine di portare i rifiuti residui vicino allo zero. È un sistema a circuito chiuso in cui i materiali plastici devono scorrere costantemente in modo che i rifiuti fungono da input. Il riciclaggio dei rifiuti di plastica massimizza l’efficienza delle risorse e crea valore dai rifiuti (producendo riciclate materie plastiche, nuovi prodotti di plastica o generando energia) senza dispersione nell’ambiente naturale. L’economia circolare arreca benefici socioeconomici e riduce l’inquinamento causato dalla plastica e le emissioni di gas serra.

Secondo Il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), tra il 1950 e il 2015 circa 5,8 miliardi di tonnellate di rifiuti di plastica sono stati generati in tutto il mondo. Solo il 9% è stato riciclato e il 12% è stato incenerito. Dal 1950 al 1980, la pratica principale per gestire i rifiuti di plastica era lo smaltimento in discarica o nell’ambiente e la combustione all’aperto. Il grafico 1 dimostra che la situazione globale della gestione dei rifiuti di plastica è migliorata dal 1980. Negli anni ‘80, sono stati introdotti nuovi metodi di trattamento di rifiuti: il riciclaggio e l’incenerimento per evitare rischi per la salute e l’ambiente legati ai rifiuti di plastica non regolamentati. Le quote di rifiuti di plastica riciclati e inceneriti sono aumentate nel tempo. Nel 2015 hanno raggiunto rispettivamente il 19% e il 25%. Tuttavia, la quota maggiore di rifiuti di plastica (56%) è stata messa in discarica o dispersa nell’ambiente nel 2015. Per raggiungere l’economia circolare della plastica, è necessario evitare qualsiasi discarica.

Grafico 1 – Percentuale stimata di rifiuti di plastica gestiti dal 1980 al 2015.

Fonte: UNEP, 2020.

Dalle Materie prime plastiche alla plastica seconda vita

Al fine di aumentare la circolarità della plastica, è importante comprendere il ciclo di vita dei prodotti in plastica. 

Il ciclo di vita dei prodotti in plastica

La prima fase è l’estrazione delle materie prime. Infatti, oltre il 90% delle materie prime plastiche deriva dal petrolio e dal gas naturale. Poi le fabbriche petrolchimiche sintetizzano i combustibili fossili in polimeri. 

Nella fase successiva, le materie prime plastiche vengono inviate alle fabbriche di materie plastiche per convertirle in nuovi prodotti. Poi, questi prodotti vengono distribuiti ai consumatori finali industriali e privati. La fase di utilizzo dei prodotti in plastica varia significativamente. Alcuni prodotti hanno vita breve che dura un giorno (ad esempio, sacchetti di plastica e stoviglie monouso) o lunga di circa 50 anni (alcuni materiali da edilizia e costruzione). Questo periodo di tempo dipende da quando tali prodotti di plastica potenzialmente diventano rifiuti. Infine, vengono smaltiti dopo l’uso.

Tre metodi di riciclaggio

Esistono tre metodi di riciclaggio della plastica più comuni: incenerimento con recupero energetico, riciclaggio chimico e riciclaggio meccanico.

Il processo di incenerimento

I rifiuti di plastica possono essere inceneriti per recuperare energia che può essere utilizzata per generare calore, vapore o elettricità. E’ possibile leggere questo documento di UTILITALIA (Federazione delle imprese ambientali, energetiche ed idriche) per sapere quali sono gli impatti ambientali causati dell’incenerimento di rifiuti.

Il processo chimico

La tecnologia del riciclo chimico è rappresentata da una seria di processi chimici quali decompongono il polimero di plastica nei monomeri d’origine, che possono essere utilizzati per la produzione di prodotti chimici e nuovi materie prime plastiche.

Secondo BBC, finora, un ostacolo di riciclo chimico è stata la grande quantità di energia che richiede. Questo, combinato con il prezzo volatile del petrolio greggio, a volte rende più conveniente per produrre nuovi oggetti in plastica che per riciclare plastica esistente.

Nel 2020, un rapporto della Global Alliance for Incinerator Alternatives (Gaia), ha concluso che il riciclaggio chimico non era una soluzione praticabile al problema della plastica, specialmente al ritmo e alla scala necessari.

Allo stesso tempo, fosse stato presentato come un modo per “chiudere il ciclo” e consentire il recupero totale dei rifiuti di plastica.

Il processo meccanico

Il riciclo meccanico è la lavorazione dei rifiuti di plastica al fine di produrre nuovi oggetti. Secondo EuropePlastics, il processo di riciclo meccanico comprende le seguenti fasi:

  1. Raccolta dei prodotti in plastica che hanno completato il proprio ciclo di vita utile;
  2. Selezione dei rifiuti di plastica per la tipologia del polimero;
  3. Triturazione della plastica in pezzi più piccoli;
  4. Lavaggio di rottami di plastica per rimuovere polvere e sporco;
  5. Seconda selezione e controllo delle materie plastiche prima della fusione e dell’estrusione;
  6. Trasformazione di rottami di plastica in granuli omogenei utilizzati per la produzione di nuovi oggetti. 

Ogni anno, solo il 20% della plastica rientra nel ciclo di vita del prodotto e un’enorme quantità di plastica finisce nelle discariche e nella natura.

Materie plastiche in diversi settori economici

La domanda di materie plastiche varia tra i diversi settori. L’imballaggio e l’edilizia sono i più grandi mercati di consumo finali. Secondo l’UNEP, che costituiscono oltre il 50% della produzione e dell’uso di plastica a livello globale. Inoltre, una grande entità di produzione delle materie prime plastiche viene consumata dai settori tessile, dei prodotti di consumo e prodotti istituzionali e dei trasporti.

I prodotti in plastica nel settore dell’imballaggio vengono solitamente utilizzati per un breve periodo. È il principale settore della produzione di rifiuti plastici. Nel 2018 ha rappresentato il 46% dei rifiuti plastici globali (grafico 2). Mentre soltanto il 4,3% dei rifiuti di plastica derivano dal settore dell’edilizia e costruzioni, che richiede prodotti durevoli e ad alte prestazioni che hanno una durata della vita più lunga. In generale, più è elevata la vita di un prodotto in plastica, maggiore è il suo contributo per l’efficienza delle risorse.

Grafico 2 – La distribuzione della produzione di rifiuti plastici per settore a livello globale nel 2018, in percentuale.

Fonte: Statista, 2021.

Secondo PlasticsEurope, 2019, in Europe (EU28 + Norvegia e Svizzera) circa 4 milioni di tonnellate di materie plastiche riciclate sono state utilizzate in nuovi prodotti. La maggior parte dei quali è stata utilizzata nei settori dell’edilizia e costruzioni (46%), dell’imballaggio (24%) e dell’agricoltura (13%).

Settori che producono i rifiuti di plastica:

  1. Imballaggio – 46%
  2. Tessile – 14,9%
  3. Altro – 12,5%
  4. Prodotti di consumo -12,1%
  5. Trasporto – 5,6%
  6. Edilizia e costruzioni – 4,3%
  7. Elettrico e elettronico – 4,2%
  8. Macchinari industriali – 0,4%

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