skip to Main Content

L’Ungheria ha aderito ai piani dell’OCSE sulla global minimum tax

Global Minimun Tax In Ungheria

L’Ungheria ha accettato di aderire all’accordo su una tassa societaria minima globale, in quanto le condizioni da essa proposte, che includevano un periodo transitorio di 10 anni, sono state soddisfatte, come ha riferito il ministro delle finanze Mihaly Varga.

“Siamo riusciti a raggiungere una svolta sull’accordo sulla tassa minima globale, quindi l’Ungheria può aderire all’accordo con il cuore aperto” ha detto Varga, aggiungendo che l’aliquota del 9% dell’imposta sulle società in Ungheria non cambierà, poiché ci sarà una soluzione mirata per raccogliere la tassa globale.

La tassa globale sarà raccolta utilizzando “una soluzione mirata” che prende in considerazione l’attività economica reale. Ciò significa che i costi di beni e salari aziendali saranno deducibili con un metodo speciale di calcolo, in modo che le imprese che svolgono attività con beni e costi salariali genuini, non fittizi, possano usufruire di una preferenza.

Inizialmente l’iniziativa, che è stata in discussione per anni ed è stata rimessa in agenda dalla nuova amministrazione americana all’inizio dell’anno, ha dovuto affrontare l’opposizione di diversi paesi europei, in primis l’Irlanda – dove hanno sede molte giganti digitali – nonché l’Ungheria e l’Estonia.

In effetti, a luglio, Budapest si è astenuta dall’aderire a una dichiarazione congiunta dell’OCSE sull’aliquota minima dell’imposta sulle società, temendo che la mossa potesse portare uno svantaggio competitivo all’UE e all’Ungheria, la cui attuale tassa al 9% sulle società è stata un fattore chiave nella spinta del governo Orban, per attrarre grandi società multinazionali.

Secondo il ministro Varga, l’Ungheria ha potuto aderire all’accordo una volta accettate le condizioni che aveva proposto, compreso un lungo periodo transitorio di 10 anni. Ha anche assicurato che il tasso rimarrà al 9% in Ungheria grazie ad una “soluzione mirata” per la riscossione delle imposte.

global minimum tax

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha annunciato che 136 paesi e giurisdizioni, dei 140 membri del Quadro inclusivo OCSE/G20, sull’erosione della base e il trasferimento dei profitti hanno concordato che alcune imprese multinazionali (MNE) saranno soggette a un’aliquota fiscale minima del 15%, a partire dal 2023.

Secondo il comunicato dell’OCSE, l’accordo riallocherà alcuni diritti di tassazione sulle imprese multinazionali dai loro paesi d’origine ai mercati in cui hanno attività commerciali e guadagnano profitti, indipendentemente dal fatto che le imprese multinazionali abbiano una presenza fisica in questi paesi.

La soluzione a due pilastri è stata consegnata alla riunione dei ministri delle finanze del G20 a Washington D.C. il 13 ottobre 2021, e poi al vertice dei leader del G20 a Roma che ha avuto luogo alla fine di ottobre 2021.

Secondo il Pilastro Uno, i diritti di tassazione su più di 125 miliardi di dollari di profitti dovrebbero essere riassegnati alle giurisdizioni di mercato ogni anno. In particolare, le multinazionali con vendite globali superiori a 20 miliardi di euro e una redditività superiore al 10% saranno coperte dalle nuove regole, con il 25% dei profitti sopra la soglia del 10% da riassegnare alle giurisdizioni di mercato.

Il secondo pilastro introduce un’aliquota fiscale minima globale per le imprese fissata al 15%.  La nuova aliquota fiscale minima si applicherà alle società con entrate sopra i 750 milioni di euro e si stima che genererà circa 150 miliardi di dollari di entrate fiscali globali aggiuntive ogni anno. Ulteriori benefici deriveranno anche dalla stabilizzazione del sistema fiscale internazionale e dalla maggiore certezza fiscale per i contribuenti e le amministrazioni fiscali. L’OCSE svilupperà le regole modello per portare il secondo pilastro nella legislazione nazionale durante il 2022, per essere effettivo nel 2023.

Risoluzione del G20 a Roma sulla global minimum tax

Foto di CNSNEWS

I leader delle più grandi economie del mondo hanno approvato la tassa minima globale sulle società come parte di un accordo sulle nuove regole fiscali internazionali, un passo verso la costruzione di una maggiore equità nelle entrate di alcune imprese multinazionali.

I ministri delle finanze del G20 a luglio avevano già concordato una tassa minima del 15%. La sua approvazione formale al vertice di Roma delle potenze economiche mondiali era ampiamente attesa. La Yellen ha previsto in una dichiarazione che l’accordo sulle nuove regole fiscali internazionali, con una tassa minima globale, “porrà fine alla dannosa corsa al ribasso sulla tassazione aziendale”.

Daniele Perinelli

Back To Top