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Ashutosh Garg di “the Brand Called You” intervista Alessandro Farina

INTERVISTA THE BRAND CALLED YOU- ALESSANDRO FARINA

Ashutosh Garg è il fondatore del podcast “The Brand Called You – Perspectives from the Brightest Minds from around the World”. The Brand Called You è una piattaforma globale di videocast/podcast in cui Ashutosh Garg intervista professionisti senior, start-up e imprenditori affermati e autori perché possano condividere la loro esperienza. Il podcast dell’ incontro con Alessandro Farina, è disponibile su The Brand Called You on Spotify / Anchor.fm  https://anchor.fm/tbcy, così come su Apple Podcasts, Google Podcasts, JioSaavn, Gaana, Stitcher etc.

AG: Iniziamo parlando della sua azienda, ITL Group. Di cosa tratta il suo lavoro?

AF: Sono un cittadino italiano e vivo in Ungheria dal 1992. Sono arrivato a Budapest per uno stage della durata di un anno, e adesso vivo qui da 30 anni. Vivendo in Ungheria in quel periodo, mi sono accorto che dopo l’apertura dei mercati dei paesi est europei c’era un grande flusso di investimenti esteri, e si era creato un bisogno di servizi che agevolassero questi investimenti.

In altri termini, c’era bisogno di un centro servizi affidabile e serio, quindi, dopo un periodo di due anni di lavoro in una società inglese, ho scelto di mettermi in gioco da solo e tentare la fortuna, fondando ITL Group nel 1995.

La mia avventura è iniziata da giovane, senza un capitale iniziale ed esperienza, ma con una gran voglia di fare, e mi sono proposto al mercato come trader di servizi. Da sempre ho impostato il mio lavoro sull’affidabilità e la trasparenza con la Clientela, lavorando inizialmente solo con un’altro dipendente ungherese indispensabile per la lingua.

Dopo una partenza complicata, l’azienda è iniziata a crescere anno dopo anno, crescendo anche io personalmente nelle abilità e competenze riguardo i servizi, fino ad arrivare ai giorni d’oggi dove ITL Group ha 9 diverse divisioni che vanno dall’Audit, all’Accounting, al Legal, servizi che sono utili ad ogni aspetto del business.

È stata una grande soddisfazione partire da 0, e dopo anni di duro lavoro e impegno raggiungere risultati che ci hanno portato ad essere una delle migliori aziende per servizi in Ungheria.

Quali sono state le sue sfide e le sue lezioni in questo percorso di crescita?

Durante il mio percorso lavorativo ho imparato moltissimo e ho affrontato certamente diverse sfide che sono riuscito a superare grazie anche alla fiducia dei miei Clienti che sono stati la palestra della mia crescita.

Tuttavia, ho imparato principalmente due lezioni:

  1. Quello che si pensa che sia un business semplice, è sempre un business difficile, sofisticato e bisogna sempre e comunque comportarsi in maniera professionale, e che per costruire un business stabile è importante circondarsi di personae professionali e competenti.
  2. Un’ altra cosa importante che ho imparato, è che quando vai in un altro paese e provieni da una cultura profondamente diversa, il primo passo da fare è immergersi nella cultura del paese ospitante, così da capire come clienti e colleghi pensano, agiscono, per poter permettere la buona riuscita degli affari: i piccoli dettagli, fanno grande differenza.

In questa modo abbiamo ottenuto un grande successo: riuscivamo a comprendere i bisogni del Cliente meglio di tutti gli altri, ed è stata proprio questa la chiave del nostro successo: ascoltare e comprendere il cliente.

Pensando alle sfide, una dura sfida da affrontare è stata la crescita: è totalmente diverso avere un paio di dipendenti o averne 50, infatti, più l’azienda cresce e più problemi ti ritrovi ad affrontare.

Proprio quando l’azienda è iniziata a crescere mi sono reso conto di non poter fare tutto da solo, e perciò mi sono affidato anche a delle professioniste e professionisti che sono diventati colleghi che mi hanno aiutato a far crescere in maniera sana l’azienda riuscendo ad andare oltre le difficoltà.

Tutti gli anni sono stati positivi, ad eccezione del 2010, anno in cui per vari problemi mi sono dovuto allontanare dal business per alcuni mesi in cui c’è stata una flessione, ma da quel momento è partita la risalita dell’azienda.

LEI Ha iniziato un business in un paese totalmente differente da quello di provenienza. Com’è la leadership di un italiano in Ungheria?

Vengo da una famiglia di imprenditori e c’è qualcosa nel mio sangue che mi fa sopravvivere ad ogni situazione senza arrendermi.

Il mio stile di leadership è soft, democratico, ho un bellissimo rapporto con i miei colleghi che hanno la mia totale fiducia. Non posso negare che in 30 anni la mia fiducia sia stata anche tradita, ma questo non mi ha fatto cambiare il mio stile, infatti, nel tempo questo mio modo di operare è stato riconosciuto ed apprezzato da tutti, e questo mi ha permesso di creare un team forte e solido del quale mi posso fidare ciecamente.

Cambiando argomento, ho visto che 2 dei suoi più importanti progetti sono “Atlas World” e “Fear is the mind-killer”. Me ne parlerebbe?

Nella mia famiglia, mi hanno sempre insegnato che i valori di base nella vita sono fondamentali.

L’ Etica per esempio, è uno dei miei valori fondamentali.

Quando sono arrivato in questo paese, un paese in via di sviluppo economico, mi sono accorto che gli affari, il business, erano spesso messi al di sopra dell’etica.

Mi sono reso conto che è difficile far capire alle persone perché vale la pena mantenere la parola data anche a costo di perdere denaro, ma nonostante ciò siamo stati sempre molto attenti all’impatto sociale delle nostre attività.

Recentemente abbiamo deciso di separare la comunicazione della parte sociale dalla parte business e così abbiamo creato Atlas World: un progetto nel quale viene incentrata tutta la parte NON business delle nostre attività, ma che per l’appunto, enfatizza la parte sociale.

Atlas World è un progetto nel quale l’obiettivo è quello di creare una community di businesspeople che credono fermamente nei nostri stessi valori di: Etica, Sostenibilità e Creatività.

Esistono molti premi in Ungheria, però quasi esclusivamente rivolti a grandi investitori, lasciando in ombra gli imprenditori più piccoli che svolgono un lavoro ugualmente dignitoso e che oltretutto produce un considerevole impatto sociale.

Per questo abbiamo creato l’ATLAS AWARD, un premio che nella prima edizione è stato aggiudicato ad uno dei nostri competitor, che di fatto stava svolgendo un fantastico lavoro in Ungheria, a dimostrazione del fatto che non abbiamo paura di dare luce ai nostri avversari laddove il lavoro sia stato svolto egregiamente. Ogni anno organizzeremo l’evento di premiazione dell’Atlas World anche per portare energia positiva nel mondo del business.

Budapest Business Party è la continuazione del progetto che abbiamo iniziato nel 2008 dopo la crisi economica: in quel periodo ogni convegno, seminario, meeting si basava sulla devastante crisi economica che si era abbattuta sul mondo in quegli anni, ed ero stanco di sentir parlare solo di quello, volevo restituire un sorriso alle persone. Così abbiamo deciso di creare un grande evento, il Budapest Business Party, che ebbe un gran successo e che abbiamo replicato ogni anno.

Nel 2020, con l’inizio della pandemia causata dal Covid-19  tutta l’economia stava collassando e proprio in quel momento mi sono rimboccato le maniche e ho dato tutto me stesso per migliorare la situazione della mia attività.

In modo totalmente inaspettato durante la pandemia COVID l’azienda è cresciuta in modo incredibile, e tutto questo perché non ci siamo fatti prendere dal panico e siamo rimasti presenti e attivi sul mercato.

Da questa esperienza abbiamo deciso di creare Fear is the mind-killer uno spazio per ispirare e dare voce a tante realtà imprenditoriali che come noi sono riuscite a rialzarsi a seguito di una difficoltà economica pressante, il tutto per dare un messaggio di speranza e forza al mondo.

Un’ultima domanda: mi parli del suo libro Ungheria 2014 e di quali siano le ragioni che rendono economicamente attraente questo paese.

Tutte le più grandi società di consulenza e aziende internazionali pubblicano guide sugli investimenti nei paesi più disparati, ma secondo me compiono un errore: queste pubblicazioni sono troppo tecniche e non sono indirizzate verso il giusto lettore, infatti, questi libri devono rivolgersi agli imprenditori e non ai tax accountant dell’azienda.

Per ovviare a questo problema abbiamo creato un libro in grado di restituire un’immagine completa, pulita e precisa del paese, senza troppi tecnicismi. Questo libro è stato così di successo da essere preso in considerazione dal governo ungherese che ora usa le nostre grafiche, il nostro concept per promuovere l’Ungheria nel mondo.

Anche se è costata sudore, impegno, questa è stata una delle nostre più grande soddisfazioni.

Grazie di tutto Alessandro, è stato un piacere.

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